Nelle tecniche di ringiovanimento da qualche anno è stato introdotto il P.R.P., dei fattori di crescita estratti dal sangue venoso autologo i quali inducono nel tessuto dove sono stati iniettati un aumento del metabolismo e della produzione di varie sostanze.

Con questa tecnica, nel caso dei fibroblasti si aumenta la produzione di collagene e nel cuoio capelluto si verifica un’attività di ringiovanimento dei bulbi piliferi.

La metodica però non ha sempre dato risultati buoni. Il perché di questo andamento non lineare e non sempre positivo va ricercato nelle cellule dove si inietta il P.R.P.; infatti se a ricevere lo stimolo di questi fattori di crescita sono cellule vecchie o addirittura molto vecchie, il risultato del loro metabolismo al fine del ringiovanimento non può che essere mediocre.

La chiave di Volta che ha cambiato il responso di questa tecnica usata per ringiovanire tutti i tessuti del corpo e riformare nuovi bulbi piliferi è la presenza di nuove cellule giovani derivanti da una differenziazione istantanea delle cellule staminali.

Le cellule staminali sono un pool di cellule presenti in tutti i tessuti che entrano in gioco quanto i tessuti vengono colpiti da un insulto.
Si è scoperto che, se l’insulto è molto grave, le cellule staminali si differenziano in un tessuto di cicatrizzazione, quindi in un tessuto non idoneo, mentre se il danno è minimale, vari studi dimostrano che la cellula staminale non muore ma si differenzia in altre cellule.

Cosa significa questo? Che se creiamo un danno minimale e calibrato in una determinata zona del nostro corpo, otteniamo una serie di cellule derivanti dalle staminali, le quali hanno il compito di ringiovanire e di creare tessuto giovane.

Perciò mentre agli albori della tecnica del P.R.P. i risultati, sia per quanto riguarda il ringiovanimento cutaneo sia per contrastare la perdita dei capelli, potevano essere non soddisfacenti, oggi invece, siamo in grado di dare maggiore efficacia alla tecnica della P.R.P. applicando le ricerche della medicina rigenerativa.
Sfruttando infatti acido con una diluizione particolare, siamo in grado di creare il giusto insulto alle cellule affinché le cellule staminali si moltiplichino creando così un pool di cellule giovani che si attivano quando si iniettano i fattori di crescita piastrinici, ottenendo così risultati sorprendenti.

Anche e soprattutto in tricologia, per la buona riuscita della P.R.P. è fondamentale l’attivazione delle cellule staminali quiescenti residue dei bulbi piliferi persi.
La piccola concentrazione di questa sostanza che crea il danno, induce l’attivazione differenziativa di cellule staminali con neoformazione di bulbi piliferi.

La differenziazione si completa in 21 giorni, dopo di che si iniettano i fattori di crescita, che attivano in senso proliferativo e metabolico i nuovi bulbi.

Lo stesso vale per gli altri tessuti, quali l’epidermide, il derma, il grasso e il muscolo. Stimolando la proliferazione delle cellule staminali prima di iniettare i fattori di crescita piastrinici, otteniamo dei risultati ottimali per quanto riguarda il ringiovanimento del viso, mani, decoltè, ed in generale per tutti i tessuti.

Attenzione quindi, non tutti i centri abilitati alla tecnica P.R.P. sono aggiornati sulle tecniche da applicare per massimizzare l’efficacia del trattamento.