La malattia varicosa si manifesta con una dilatazione patologica permanente di una vena associata a una modificazione di tipo regressivo delle pareti venose.

Tale dilatazione può essere localizzata, con almeno una zona di nodosità (le cosiddette vene varicose o ectasie venose), o diffusa (teleangectasie di vario calibro, comunemente indicate come “capillari dilatati, visibili“) e può essere associata a diversi sintomi quali crampi notturni e gonfiori ai piedi e alle caviglie, pesantezza o dolore, formicolii agli arti ed ai piedi, raffreddamento di alcune zone delle gambe, colorazione giallo grigiastro della pelle, presenza di piccoli noduli sottopelle, facilità all’ematoma, pelle secca e lucida con comparsa di eczemi, oppure del tutto asintomatica.

La malattia varicosa è per sua natura una patologia tridimensionale, in quanto coinvolge sia i vasi superficiali (le prime due due dimensioni) sia le vene perforanti (la terza dimensione), con le relative valvole.

Il laser nella cura della malattia varicosa

Nella cura della malattia varicosa il laser agisce solo in maniera bidimensionale, sclerotizzando unicamente i vasi superficiali, mentre non può trattare, per ragioni fisiche, le valvole e le vene perforanti (terza dimensione). Ne consegue che la “guarigione” ottenuta con i trattamenti laser si rivela essere solo fittizia, in quanto dopo due o tre anni la malattia si ripresenterà.

Per questo motivo il laser è assolutamente controindicato per il trattamento delle patologie vascolari degli arti inferiori. Dopo breve tempo dal trattamento, indicativamente due o tre anni, infatti, non solo ricompariranno inevitabilmente i segni tipici della malattia (ectasie, varici, capillari) ma ricompariranno in maniera più complessa ed invasiva, con peggioramento complessivo della malattia varicosa.

Donna di 58 anni sottoposta a terapia laser vascolare nel 2004

L’alternativa: la fleboterapia rigenerativa (TRAP)

La Fleboterapia Rigenerativa (TRAP) viene applicata nella cura della malattia varicosa in quei casi, che rappresentano il 90% del totale, in cui sono coinvolte le valvole e le vene che nutrono i capillari.

Con questa tecnica si ha la ristrutturazione della parete del vaso e non la chiusura delle vene. Il capillare o la vena diventano sempre meno visibili ma più forti e più funzionali.

Le valvole, con la riduzione del calibro del vaso dovuto dalla TRAP, ricominciano a funzionare. Si ha così sia il recupero estetico, con la scomparsa visiva dei capillari e delle vene, ma anche un recupero funzionale del sintomo edema e gambe pesanti. In poche parole il sistema venoso torna a funzionare.

La TRAP è una tecnica rivoluzionaria in ambito vascolare e riconosciuta a livello europeo. Con tale metodica si trattano anche le vene varicose, evitando così la chirurgia.

La TRAP viene praticata con varie sedute, a secondo della gravità della malattia, fino alla scomparsa dei vasi dilatati e alla ripresa funzione delle valvole.

Il trattamento è poco doloroso, dà ottimi risultati e soprattutto i risultati sono duraturi nel tempo.

Paziente trattata con TRAP

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